Alexander Barner, l’artista come specchio della società che lo circonda

Alcuni artisti sentono l’esigenza di costruire un processo mentale che vada oltre il limite architettonico imposto dallo studio , nel senso più tradizionale del termine, per riacquisire un senso di non-imposizione che è pura coscienza del proprio essere e del processo che porta alla realizzazione di un’opera d’arte, al di fuori di un luogo ben delimitato, per poi ritrovarsi, per pure esigenze di mercato, a costruire una propria identità-alterità atta a sopperire il suddetto concetto.

Alexander Barner affida a disegni realizzati a pennarello su cartoncino, la descrizione del processo che produce giganteschi murales in spazi industriali e sub-urbani illimitati, realizzati con bombolette sprai su supporti di cemento armato che decostruiti diventano il foglio da disegno su cui il Bambino Barner ritrova la sua prima essenza, disegnando con geniale ironia i tratti somatici che più rispecchiano i lineamenti della società contemporanea, abbandonata appena un attimo prima tra i cementi armati dei paesaggi urbani e delle periferie che di colpo scompaiono per manifestarsi attraverso i personaggi che Barner incontra in queste esperienze estemporanee . Importante sottolineare che queste esperienze spesso vengono interrotte o comunque la loro durata è estremamente limitata, come solo l’illegalità dell’operato di un writers può essere.

La pittura di Alexander Barner è nevrotica e riconducibile ai movimenti inglesi sorti a metà degli anni 90, libera da ogni costrizione e preconcetto, veloce e raffinata, leggera nella sua realizzazione e pesante perché costruita strutturata e instabile allo stesso tempo, molto spesso arricchita da figure caratterizzate da tratti netti e precisi, scavati tracciando segni multicolore su superfici talvolta candide, talvolta colorate, che rappresentano vere e proprie tavole del pensiero e rielaborazioni razionali della propria visione della società, filtrata attraverso l’occhio dell’artista, questa caratteristica essenziale fa di Barner uno specchio della società che lo circonda.

Francesco Veneri

dal catalogo "SUB" 2011

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