Alexander
Barner Paradisecity
Il titolo controverso “Paradisecity” è valevole di
molteplici interpretazioni di cui l’artista si fa portatore con
il suo segno grafico sempre autentico e fedele al suo stile che lo rende
riconoscibile in un mondo sempre più bulimico di immagini. Il tratto
distintivo di Alexander Barner risiede proprio nell’utilizzo del
medium grafico dati i suoi esordi come street artist: laddove il segno
ha un ruolo preminente e caratterizzante di immediata riconoscibilità
ed evidenza.
La ricerca continua di un appagamento, di un’esistenza migliore,
di un luogo chiamato “Paradisecity” è ciò che
mette in scena Barner con i suoi disegni e i soggetti che rappresenta
ripetutamente forse per esorcizzare il timore dell’impossibilità
di trovare un luogo ideale, una “città paradiso”, e
lo fa attraverso la sua arte denunciando la crisi morale e la corruzione
sociale.
La capacità mitopoietica dell’artista risiede nella natura
stessa della sua rappresentazione composta da forme di immediato impatto
figurativo e segnico in grado di trasmettere con forza emozioni contrarianti.
Attraverso la raffigurazione metaforica di un mondo neocapitalista divoratore
di beni di consumo che si autoalimenta degli stessi individui che lo hanno
generato nonché delle sue stesse risorse, Barner palesa la figura
del pesce piranha su cui è riportato il simbolo del dollaro, segno
rafforzato iconograficamente dal colore verde degli stessi dollari quasi
a voler sottolineare l’edacità del denaro e di coloro che
lo possiedono e al contempo ne sono posseduti. A questa rappresentazione,
tipica dell’arte di Barner, si aggiungono nuovi soggetti: dalla
privazione del corpo, pesci disincarnati perché consumati dalla
loro stessa avidità, a pesci piccoli che tentano di divorare il
pesce più grande attraverso l’unione delle loro forze e ribaltando
le sorti della scena. In questo contesto si esprime quel disagio e quelle
forze contrastanti che percorrono la società attuale di cui Barner
ne è esegeta con la sua arte.
Nei
suoi ultimi lavori l’artista elabora nuove cromie e sfondi geometrici
alternativi trovando un maggiore decorativismo con le immagini, sebbene
le figure mantengano il loro aspetto distintivo e ricorrente dell’arte
di Barner. Infatti, la retorica del teschio è presente anche in
questi suoi ultimi disegni con una peculiarità in più: la
dichiarazione scritta “no brain” denota l’incapacità
dell’uomo di comunicare poiché privo del suo apparato cognitivo,
il cervello. L’individuo si trova in balia degli eventi da cui è
spesso minacciato e da forze vettoriali che si esprimono sotto forma di
frecce che contrastano l’immagine.
Sebbene Barner introduca nuovi soggetti promotori di inusitate visioni
interpretative, egli si dimostra attento osservatore del suo tempo rimanendo
coerente al suo fare artistico e restituendo attraverso un senso figurato
mediato dalla sua visone del reale un mondo sempre più caratterizzato
da ansie e dissapori.
Valeria
Ceregini
The
controversial title "Paradise City" is valid for multiple interpretations
the artist is able to create with his graphic sign always genuin and faithful
to his style that makes it recognizable in an increasingly bulimic image
world. The hallmark of Alexander Barner lies precisely in the use of the
graphic medium due to his beginnings as a street artist: where the sign
has a prominent and distinctive role of immediate recognition and evidence.
The continuous search for satisfaction, a better life, a place called
"Paradisecity" is what Barner brings to scene with his drawings
and subjects represented repeatedly perhaps to exorcise the fear of the
impossibility of finding a great place, a "paradise city", and
he does so through his art denouncing the moral crisis and social corruption.
The artist’s mythopoietic ability resides in the very nature of
his representation consisting of forms of immediate figurative impact
capable to transmit conflicting emotions with force. Through the metaphorical
depiction of a neo-capitalist world devourer of consumer goods that feeds
on itself of the same individuals who created it and of its own resources,
Barner reveals the piranha fish figure which shows the dollar sign, iconographic
sign reinforced by the green color of dollars as if to underline the voracity
of money and of those who possess it and at the same time they are possessed.
In this representation, typical of the art of Barner, new subjects are
added: from the deprivation of the body, disembodied fishes consumed by
their own greed, to small fishes that try to devour the biggest fish through
the union of their forces overturning the fate of the scene. In this context,
he expresses the uneasiness and the conflicting forces that distinguish
the actual society of which Barner represents an exegete with his art.
In these later works, the artist develops new colors and alternative geometric
backgrounds finding a more decorative style with images, although the
figures retain their distinctive and recurrent appearance typical of his
art. In fact, the rhetoric of the skull is also present in his latest
draws with a further peculiarity: the "no brain” written statement
denotes man's inability to communicate because the lack of his cognitive
apparatus, the brain. The individual is at the mercy of events of which
is often threatened, vector forces that are expressed in the form of arrows
that contrast the image.
Although Barner introduces new subjects promoter of unusual interpretive
visions, he still acts as a keen observer of his time remaining consistent
in his art making and giving back through a figurative sense mediated
by its real mink a world increasingly characterized by anxieties and disagreements.
Valeria
Ceregini
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